Sostenibilità Energetica si presenta

 


  Come si preparano le imprese energetiche, i governi nazionali e la società civile ad affrontare la Sfida Energetica? Hanno ovvero compreso che Sicurezza Energetica e Sostenibilità Ambientale dell’Energia rappresentano due aspetti del medesimo problema? Ovverosia dell’attuale Modello o Sistema Energetico? Si pongono dunque la questione della Sostenibilità Energetica del Sistema Energetico e, in senso più ampio, del Sistema Economico?

  Ecco le domande a cui Sostenibilità Energetica Blog ha cercato di dare una risposta interrogando l’attualità energetica internazionale. Nel corso di un anno, il 2009, di preparazione ad un evento estremamente rilevante: la 15a Conferenza delle Parti Firmatarie della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico a Copenhagen, tenutasi nel dicembre dello stesso anno e considerata da molti come la Conferenza Internazionale più importante degli ultimi 10 anni in tema di Global Warming.

  Proprio in questo contesto, la categoria concettuale della Sostenibilità Energetica sembrava apparire, agli occhi dei principali decisori della Comunità Internazionale, come un’opportunità imperdibile per raddrizzare le sorti di un Sistema Economico che aveva già allora rivelato molte delle sue fragilità.

 


Le origini di Sostenibilità Energetica Blog

   Questo blog è nato per approfondire e condividere un mio marcato interesse: le interrelazioni esistenti tra Energia, Ambiente e Economia. Più propriamente tra il Sistema Energetico, i Sistemi Ambientali e l’Attività Economica.

 

Per leggere tali relazioni ho sviluppato, nella mia Tesi di Laurea (discussa il 13 settembre 2007), il concetto di Sostenibilità Energetica (ve lo introdurrò tra qualche riga). Da allora moltissime cose sono cambiate: nel momento in cui la scrivevo, erano scarsette le pagine sulla Rete in cui rinvenivo l’espressione (in Italiano) e tanto più difficile era trovarne delle definizioni pertinenti. Poco più di un anno e mezzo dopo (21 maggio 2009), Google mi trovava 401.993 pagine contenenti l’espressione. Ciò significa molte cose.

 

Proprio da questo nasce il blog Sostenibilità Energetica. L’ho concepito come un’occasione privilegiata per osservare il mondo da questo particolare punto di vista (e tenermi aggiornata in maniera più strutturata), per studiare come esso avanza su questa strada e per proporre il mio contributo interpretativo. Ma soprattutto per formulare (io stessa) e per incitare (voi miei lettori) a formulare domande sull’argomento: dopo 3 anni di metodo universitario italiano e 2 di metodo francese, ho proprio voglia di dire che strutturare meglio le proprie domande aiuta moltissimo a trovare una risposta migliore a un sacco di problemi.

 

Ecco le 2 promesse righe di introduzione al concetto di Sostenibilità Energetica (lo approfondirò dovutamente in una delle Pagine). Questa espressione sta, al contempo, per “Sostenibilità del Sistema Energetico” e per “Sostenibilità Energetica del Sistema Economico”.

Tale distinzione in realtà è puramente concettuale, dal momento che 1) ogni dato sistema economico influenza direttamente le scelte energetiche e che 2) il sistema energetico disponibile permette solo un certo numero di scelte economiche nel medio-breve termine. Tuttavia è più facile parlare in un primo tempo di “Sostenibilità del Sistema Energetico”, piuttosto che di “Sostenibilità Energetica del Sistema Economico” per la quale occorrerebbe discutere di modelli di sviluppo economico più o meno desiderabili. Ci lavorerò in futuro.

Nell’espressione “Sostenibilità del Sistema Energetico” intendo dunque integrare due questioni che fino al 2005 (sostanzialmente) sono state affrontate in maniera indipendente e che costituiscono invece due facce della stessa medaglia: la Sicurezza Energetica (in voga dal lontano 17 luglio 1913) e la Sostenibilità Ambientale (dal più recente 1972). In quest’ottica quindi parlare, distinguendole, di “Sostenibilità Energetica e Ambientale”, come vedo farsi spesso, non ha grande senso.

Ad ogni modo, integrando le due questioni, non voglio dire che risolta una, matematicamente risulterà risolta anche l’altra, ma piuttosto che, se affrontate insieme, le soluzioni saranno di gran lunga più efficaci. Il grande imputato qui, lo comprendiamo, è il Sistema o Modello Energetico attuale… ce ne occuperemo, ce ne occuperemo.

Spero proprio che il tema possa essere stato di interesse. E vi ringrazio per gli spunti, le idee, i temi e le curiosità che mi avete suggerito!

Questo blog è stato un eccellente banco di prova e spero anche una buona occasione di approfondimento per i miei lettori. Per questa ragione ho deciso di lasciarlo on-line, per quanto gli impegni professionali e di studio non mi abbiano più permesso di aggiornarlo, con mio grande dispiacere.

10.11.11

15 responses

1 06 2009
goran

Io credo che il maggior problema nella situazione energetica attuale siano le commistioni tra: Alta-finanza, poteri politici e disinformazione.
La popolazione è male informata e spesso si muove a tentoni, la classe politica è influenzata da interessi economici e il potere economico, che ha causato la crisi, continua a governare non solo le politiche energetiche ma anche dei prezzi. E interessante vedere che dove ci siano politici più influenzabili dal denaro l’ energia sia più cara e i progetti siano meno pro interessi della economia quotidiana e più pro economia dei grandi numeri, dei poteri forti.
A questo proposito è interessante vedere il mio blog
http://blog.libero.it/lorifaccio/
G.

1 06 2009
sostenibilitaenergetica

Ciao Goran, grazie di aver commentato questa presentazione.

Sono largamente d’accordo con il tuo punto di vista, ma sostituirei “Alta-finanza” con “Grande industria” o “Lobby industriali”, che sono più pertinenti al mondo dell’Energia. E penso proprio che la triade che hai indicato sia una costante della situazione energetica nell’era dei combustibili fossili [il perché lo penso lo trovi in fondo al commento al simbolo *, là giusto per non inserire subito roba teorico-noiosa].

Credo però che la tua relazione tra “politici più influenzabili dal denaro” e “energia più cara” sia un po’ vaga messa così: potresti prendere l’indice di Transparency International (che misura il grado di corruzione percepita in uno Stato) per i diversi Paesi europei e metterlo in relazione con il prezzo medio dell’Energia lì. Sarebbe una cosa un po’ più “scientifica”. Se lo fai citami per l’idea :-)!

E in quanto a essere poco propensi a fare l’interesse dell’economia quotidiana in tema energetico, penso sia un grave limite di un sistema politico. L’energia è la linfa dell’economia e che essa sia poco accessibile in termini di prezzo penalizza tutti sul medio periodo, anche coloro che si credevano più furbi nel farsi i soldi anticipati a discapito degli altri. Il problema sta nella scarsa lungimiranza di larga parte della classe politica e imprenditoriale italiana. E avendo vissuto 2 anni in Francia credo che la cosa sia imputabile soprattutto al limitato senso di “sistema” e di “Paese” che caratterizza noi italiani (vabbé in Francia son fin troppo fissati su questo…).

*I combustibili fossili sono infatti risorse energetiche molto concentrate (geograficamente) e di estrazione complessa, per cui c’è bisogno di investimenti massicci per sfruttarle. E per rendere tali investimenti possibili c’è bisogno di un misto variabile tra 1) sufficienti capitali (quindi viva gli industrialoni alla Rockefeller –che è infatti il primo che si è messo seriamente a sfruttare il petrolio-); 2) sostegno dei poteri politici (per non infastidirli con tali “imprese”che la popolazione dopotutto apprezza e per rientrare negli investimenti più rapidamente facendosi garantire un mercato di sbocco). Per non parlare dei lauti ritorni economici che i politici, direttamente, e/o l’erario, più legalmente, ne ricevono, come menzionavi giustamente nel tuo commento.

Basta guardare la politica iper pro-russa (= iper pro-Gazprom) dei diversi governi italiani per indovinare che non ci sono solo motivazioni “energetiche per il benessere dei cittadini” sotto….

E alla fin fine la popolazione, a cose fatte, ha sempre considerato la fornitura di energia come una cosa scontata di cui è lo Stato soprattutto a doversi occupare, non le comunità locali. Ed ora davanti alla liberalizzazione dei mercati ci capisce sempre meno: basta leggere i toni altisonanti di qualche offerta di energia elettrica e gas per capire in che disinformazione le imprese tengono i clienti (promuovono come miracolosi certi servizi a cui sono tenute per legge!!).

Ps: nel tuo blog, ottima idea tradurre gli articoli in inglese!!

1 06 2009
goran

haha..
Sono anche in inglese perchè linkati con network internazionali.
Mi trovi in Linkedln, Ecademy, ecc.
Se andassi ad aprire i colegamenti nei miei post e nel mio blog ne troveresti di notizie sulla “trasparenza” internazionale…
E’ interessante vedere come l’ Italia, in Italia sia poco visibile e la “non informazione” diventi una disinformazione sistematica.
Dai un’ occhiata anche al mio sito, l’ ho ristrutturato un po’ per motivi prettamente economici, ..commerciali diciamo, ma il periodo è duro e bisogna cercare di uscirne fuori.
Sono 2 anni che mi do da fare proprio nel settore energie alternative e… economicamente parlando non l’ avessi mai fatto.
Benvenuto
Goran

1 06 2009
sostenibilitaenergetica

Capisco. Quali sono i problemi maggiori? Disinteresse/prudenza/poche possibilità di investire dei potenziali clienti (al di là del periodaccio attuale)? Concorrenza sostanziosa? Qui (nel Triveneto) ho l’impressione che dovunque ci si giri, si trovi un installatore pronto a montarti i suoi ultimi ritrovati energeticamente-geniali!

Condivido molto l’approccio che ci dai: investire in questo caso diventa un ottimo modo per risparmiare. E temo che in questo caso la disinformazione vada parecchio a braccetto con la non-lungimiranza…

1 06 2009
Anonimo

I problemi sono molteplici:
1 – Difficile creare una “Spa ad azionariato popolare” per le carenze della legge italiana, all’ estero era fatta.
2 – Trovare soci finanziatori in quanto se hanno il denaro si mangiano tutto loro in 3-4 mesi.
3 – Lo stato non ha interesse a sostenere le biomasse in quanto i grossi investitori sono dietro il solare fotovoltaico e dicono solo il positivo senza parlare del negativo che però verrà presto.
4 – Le biomasse sono stesso osteggiate anche dai verdi che per cecità mentale, ignoranza, o chissà chi li pilota, considerano le biomasse nocive, mi hanno parlato anche di inquinamento e diossina!
5 – Tutto quello che è normale all’ estero sembra strano qui.
a meno che non sia una stupidagine.

Insomma il discorso si riduce sempre allo stesso:
L’ Italia ha l’ elettricità in proporzione più cara del mondo dopo la sola Gran Bretagna, il metano lo stesso, Benzina e gasolio quasi, ci sono i mezzi per avere altro ma?

A questo aggiungi che il momento è estremamente grave, ma si punta al nicleare.
Io non sono contrario al nucleare dal punto di vista dell’ ecologia, ma dei costi e dei tempi, potremmo essere in ritardo come su tutte le altre cose!
Mi sembra strano che in Trentino ci siano problemi però, la cultura li è molto “Austriaca” e siete a statuto speciale!
Goran

1 06 2009
sostenibilitaenergetica

Sono del Friuli Venezia-Giulia (ehm sì, anche lui a statuto speciale effettivamente) e il grosso problema qui è il/i rigassificatore/i che Italia prima e Slovenia adesso vogliono fare nel Golfo di Trieste. Orbene, al di là di presunti problemi di scoppio al contatto con l’acqua e, ben più scottanti, problemi di ingorgo del bacino (Trieste è il primo porto italiano per importazione di greggio), io so solo che ad oggi stiamo andando avanti con una centrale termoelettrica a carbone… il che non è molto rassicurante.

Che sia metano, che sia nucleare (condivido la tua posizione), il concetto è sempre quello: poca lungimiranza. Mi fa un po’ ridere chi preferisce, in nome dell’ambiente, una centrale a carbone (parlo di quella di Monfalcone) a un rigassificatore. Sembra quasi che tutto ciò che è “vecchio” o meglio “pre-esistente” sia environment-friendly, mentre il nuovo/tecnologico ha qualcosa di sospetto. Magari i problemi per cui è sconsigliato sono altri, e su quelli si può discutere, ma parlare di tutela dell’ambiente francamente…

Capisco il tuo sconforto, il settore delle rinnovabili è ancora troppo preda delle mode e poco della valutazione razionale della convenienza relativa di ciascuna. E i finanziamenti compresi quelli statali, ciecamente, seguono. Per ora sono messe poco in concorrenza/complementarietà e si parla solo di solare e, vieppiù, di eolico.

E temo che nella mente di molti bio-massa voglia dire solo 1) biofuels con tutte le problematiche sui mercati agricoli che hanno avuto; 2) Terzo Mondo, con tutti i problemi di combustione libera domestica che ciò implica. Concepire il ruolo (positivo) della tecnologia nella rivalutazione di tutto ciò che è d’origine ambientale è visto ancora molto come una mistificazione…

1 06 2009
goran

ho scoperto solo ora che ti chiami Giulia e sei un laureanda o forse già dr. ssa ? contattami via msn ti ho dato l’ indirizzo come mail e se ti interessa cerco di inserirti in un nuovo gruppo.
Penso che per te sia meglio Plaxo che non liked.in ho qualche contatto anche fuori Italia che potrebbe essere interessante per te se ti interessano le energia alternative.
Ciao e fatti sentire
Göran

2 06 2009
Goran

questo è interessantissimo.
Io credo sia un problema di mentalità!
Se si continua in questo modo non se ne esce più!

http://blog.libero.it/lorifaccio/view.php?nocache=1243933319

1 06 2009
goran

I gasificatori esistono da sempre.
Se anzichè utilizzare carbone coke utilizzi paglia, legna o quant’altro e la scaldi in un contenitore chiuso, il calore genera gas!
Quando era caro estrarre il metano il gas per uso domestico si faceva in questo modo, quindi è una tecnologia vecchi, e consolidata, oggi si utilizzano sostanze di base differenti dal coke ma il principio è lo stesso e si fa più attenzione alle emissioni della combustione.
L’ idea delle biomasse mi è nata in Austria e si è sviluppata in Kenya.
Si può fare biomassa a costo bassissimo e senza rovinare l’ ambiente, purchè si sia intelligenti!
SE semini acacie in 3 anni sono pronte da tagliare e l’ acacia ha un legno di qualità assimilabile al faggio come base per il pellet o il cippato, ma un faggio impiaga 20 anni a crescere quanto l’ acacia!
Il bambu è un altro legno ottimo per il pellet, anch ‘ esso assimilabile all’ acacia, ma ogni nodo è 1 giorno di crescita!!!
Gli ambientalisti spesso sono ignoranti, o disonesti o come personaggi di mia conoscenza ora spariti dalla scena politica, collusi con poteri economici o mafiosi…
Anche la Jatropha e la Jojoba sono ottime coltivazioni, dove però la prima è altamente tossica ed invasiva, la seconda no, ma si punta sulla prima più che sulla seconda?!?! perchè?
Il myschantus si raccoglie fino a 6 volte l’ anno in clima ottimale, 4 volte di media… perchè non viene piantato?
Il discorso è lo stesso,
Le società petrolifere stanno facendo incetta di olii di origine vegetale per biodiesel.
Quasi il 75% dell’ olio prodotto oggi passa attreverso loro ed hanno fretta di accaperrarsi il mercato in sostituzione dell’ petrolio.
Non vogliono perdere il “potere” e hanno creato una OPEC dell’ olio di palma con sede ad Amsterdam.
Fanno incetta di mais per la produzione dell’ olio perchè è già presente sul mercato e non debbono investire su coltivazioni e su piantagioni… poi se la gente muore di fame non è un loro problema.
Che fai morire un poveraccio di fame perchè non ha il mais o perchè il mare è inquinato dal petrolio e non si pesca più la filosofia di base è la stessa!
Ma anche far fare coltivazioni di palme da olio in malesia o indonesia massacrandone l’ economia agricola e l’ ambiente a loro non fa problema!
Guarda che non sto parlando da ambientalista! parlo da persona esterrefatta da quel che vede e nessun politico osteggia..! Ma che dire? ci sono loro, tutti dietro, dall’estrema sinistra all’ estrema destra…

1 06 2009
sostenibilitaenergetica

Purtroppo è vero, e c’è addirittura da rallegrarsi che almeno le industrie petrolifere (che i capitali ce li hanno) comincino a investire in “green”. Mantenere la loro posizione sui mercati energetici significa anche questo. Anche se visti i soldi a disposizione dovrebbero farlo con maggiore lungimiranza (e dunque evitare di sfruttare coltivazioni già esistenti con l’intoppo di moltiplicarne enormemente le quotazioni).

Avrai notato che ci torno spesso sul termine “lungimiranza”: per combattere questi fenomeni di sciacallaggio credo che il miglior antidoto sia la Responsabilità Sociale di Impresa –a cui il concetto di lungimiranza è legato–. O, meglio, la visione della Responsabilità Sociale di Impresa (Corporate Social Responsability – CSR) non solo come argomento di marketing, ma come obbligo che le comunità locali impongono alle aziende che sul loro territorio si impiantano.

Sembra idealismo, lo vedo bene ma in Francia si sta lavorando moltissimo sul tema (anche in termini lgislativi – vedi legge NRE del 2001) e la CSR viene ritenuta il nuovo filone del Diritto Internazionale Economico, pomposamente “il Diritto della Globalizzazione”. E’ un discorso davvero amplissimo e probabilmente ci dedicherò qualche post.

Purtroppo sì (tornando al discorso iniziale), le grosse aziende energetiche/petrolifere sembrano proprio monopolizzare ancora una volta la scena. E non so proprio dirmi se è un bene o un male: c’è bisogno di una Transizione Energetica importante (e rapida) e mobilitare chi ha capitale da investire è fondamentale; nel contempo, come dicevamo prima, questi investimenti devono essere indirizzati non a distruzione di condizioni pre-esistenti; nello stesso tempo si discute molto se il nuovo Modello Energetico dovrebbe essere decentralizzato (per la generazione elettrica soprattutto, integrando le rinnovabili) e dunque il ruolo delle grandi aziende dovrebbe esserne ridotto ma la fornitura dei materiali e la R&D?

E ti rispondo ora anche al commento di prima: sono ancora laureanda (eh eh in “Scienze Internazionali e Diplomatiche – Economico” sono già dottoressa) proprio perché in Francia per la Laurea Specialistica è obbligatorio fare uno stage (che ho deciso di fare in Italia) e al momento attuale sono ancora alla ricerca. Per cui ogni contatto nuovo è sicuramente il benvenuto, anche perché si tratta proprio del settore che mi interessa: energie tradizionali e alternative e, come avrai capito, corporate social and environmental responsability. Purtroppo MSN tende a rallentarmi il pc (nessuno ha mai capito perché) per cui non ce l’ho ma volendo sono su Skype. Se mi dai la tua mail (o quella che mi hai lasciato era corretta?) ti lascio il mio nick o volendo ci si sente via mail.

Buona serata,

Giulia

2 06 2009
Goran

Ho fatto un post a dicembre 2008 in cui parlavo della globalizzazione, della necessità di estremizzarla, e del bisogno di eliminare alcuni intermediarii che sono quelli che decidono il prezzo al dettaglio e sono in grado di gestire l’ economia, influenzare i prezzi…
Oggi il mercato è dettato da pochissime persone ed influenzato da gruppi, non dai produttori..
Alcuni governi hanno utilizzato strumenti di controllo, altri no…
L’ Italia no… e ti trovo cose assurde, tipo la Nutella fatta a Cuneo e Torino e costa in Italia il doppio che all’ estero…
Ma questo riguarda le Auto, Fiat in Spagna, Germania – 20 – 30 % rispetto all’ Italia, ecc
E di più..
se mi contatti ti do altre info… QUi è difficile.
Goran

6 06 2009
goran

beh, ma sei sparita?
Connettiti al blog
http://blog.libero.it/bioenergy/
per navigare c’è un precedente successivo in basso…
è interessante e anche il forum
http://www.ecademy.com/module.php?mod=club&t=894090#endm
è interessante se ti va di partecipare.
Ciao
G.

7 06 2009
sostenibilitaenergetica

Purtroppo sì sono sparita: sono stati giorni piuttosto concitati questi ed è davvero tanto se sono riuscita a preparare dei post! E prima di contattarti più ampiamente in merito alle rinnovabili vorrei avere almeno il tempo per rifletterci seriamente su.

Grazie mille per i link che hai suggerito, ci ho dato un’occhiata e promettono bene.

In seguito ti contatterò su una delle due mail che mi hai lasciato.
Ciao

1 07 2009
Fabio

Stavo proprio cercando degli spunti per definire nel mio forum il concetto di sostenibilità. Nella tua tesi approfondisci solo il lato economico o anche quello fisico-energetico? Analizzi il ciclo del carbonio e argomenti simili?
Fabio

24 07 2009
sostenibilitaenergetica

Buongiorno Fabio,

purtroppo mi sono vista costretta (sopravvenuti impegni lavorativi e connessione in panne) a rispondere molto tardi al tuo interessante commento.

Sì, ho analizzato ampiamente l’aspetto fisico-energetico dell’attuale modello energetico. Infatti, solo considerando al contempo le caratteristiche ambientali, geologiche, fisico-energetiche, tecniche, macroeconomiche, sociali, politiche e geopolitiche delle diverse fonti che lo compongono potevo presentare correttamente i profili di insostenibilità tout court che lo caratterizzano.

In tal senso mi farebbe molto piacere discuterne insieme, tanto più che, visto l’argomento di interesse, nutro una forte curiosità e propensione per le tematiche tecniche delle generazione-distribuzione-trasformazione dell’energia, non disponendo però di un bagaglio formativo in tal senso. L’idea del tuo sito mi pare quindi ottima, continua così :-)!

Giulia

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